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Mag 27, 2014 alle 11:35 #1225
Nonostante una legge elettorale che penalizzava la Sardegna, saranno tre gli europarlamentari sardi presenti a Bruxelles.
E’ un Partito Democratico che a Cagliari conferma il risultato positivo a livello nazionale con un 39,89%, seguito dal Movimento 5 Stelle che tiene rispetto al risultato nazionale con un 26,30%. Seguono FI al 16,52% e L’Altra Europa con Tsipras con il 6,4%. La percentuale dei votanti totali a Cagliari è del 44,50 % , superiore di 2 punti rispetto alla percentuale regionale.
La Sardegna era reduce dalle elezioni regionali vinte dal PD con una percentuale del 52%, 10 punti percentuali di differenza che certificano un’astensione uguale alle elezioni europee del 2009. L’affluenza aumenta nei comuni dove si votava anche per le elezioni comunali con picchi di 35% di votanti in più rispetto alla media regionale delle europee. L’astensione in Sardegna può essere ricondotta a diversi fattori: la prossimità delle europee a 2 mesi dalle elezioni regionali, la disaffezione dei cittadini nei confronti della politica, la presenza di partiti regionali che alla luce del collegio isole che non permetteva l’elezione di un eurodeputato sardo, hanno invitato al non voto.
Il grande successo di Renato Soru è da ricondursi all’unica candidatura del PD sardo, il ricordo positivo da Presidente della Regione, la forza del candidato anche in Sicilia, la sua notorietà nazionale e l’anonimato dei candidati del Movimento 5 Stelle, unica alternativa ai partiti e ai candidati tradizionali. Cagliari incassa un buon risultato come in tutte le città, tiene anche a lista Tsipras espressione del partito del Sindaco Zedda.
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Mag 27, 2014 alle 16:46 #1234
Arsoli, 1656 d.C. Un paese decimato dalla peste. Il fatale morbo, propagatosi da Monticelli (od. Guidonia), sconvolge Roma, l’agro romano e la provincia laziale.
Dei novecento abitanti che trovano rifugio in paese, ne rimangono centocinquanta.
E’ solo grazie al genio politico del Principe Fabrizio Massimo che il paese, in soli dieci anni, tornerà a splendere su tutta la Valle: esenzione dalle tasse per i nuovi abitanti, realizzazione di fabbriche di mattoni, pannine e concia delle pelli, opere di urbanistica e di bonifica delle terre. Lavoro, bellezza, commercio.
Ancora una volta, come tante altre nella sua storia, Arsoli sembra a un passo dall’estinzione.
E invece risorge.
Come quando i Romani, al principio del IV secolo a.C., rasero al suolo e bruciarono la roccaforte equa sul colle di Belmonte del paese; o come quando i 790 banditi di Marco Sciarra, nel XVI secolo d.C., misero a ferro e fuoco le campagne arsolane, fermando razzie e saccheggi solo di fronte all’imponenza del Castello Massimo.
Il fuoco e la cenere sembrano proprio essere nel nostro sangue.
E non è capriccio del caso quell’araba Fenice ricamata sopra il broccato del gonfalone, a ricordarci quante volte siamo stati a rischio estinzione, quante volte dopo le avversità siamo risorti.Arsoli, 2014 d.C. Oggi come allora, Arsoli vive una fase di stallo economico, occupazionale e culturale che rischia di disperdere un enorme patrimonio collettivo, che ha resistito per millenni.
Lo stato di desolazione ed incuria in cui giacciono le bellezze architettoniche e paesaggistiche di Arsoli, il degrado urbano e l’abbandono della campagna, portano con sé (o forse ne sono il frutto) una sensazione di non appartenenza e il rifiuto per una Storia che da sempre è stata condivisa.La tutela del patrimonio collettivo arsolano, della storia dei suoi beni, del loro valore artistico e culturale; la salvaguardia delle sue risorse paesaggistiche ed idrogeologiche; la creazione di opportunità di sviluppo connesse alla gestione dei beni collettivi, regolamentata in maniera trasparente per tutta la collettività, si impone come atto di ribellione al riprodursi silenzioso della nuova peste postmoderna: la convinzione che realtà come quelle di Arsoli, i piccoli borghi d’Italia, siano realtà destinate a scomparire, a piegarsi sotto il rullo compressore di un mondo che corre e non si ferma, di un sistema economico che tutto fagocita e mai si riposa, e di valori ormai così relativi che spezzano ogni radice con il passato, ed ogni ponte con il futuro.
Attraverso la riscoperta del valore costituzionale e democratico della partecipazione alla elaborazione delle scelte riguardanti quei beni che, in quanto collettivi, appartengono ad ogni cittadino, si pongono le basi per un ritorno ad un governo della cosa pubblica che non sia prerogativa esclusiva di chi amministra, ma, al contrario, prassi condivisa e comunitaria, piattaforma fisica e morale di appartenenza ad un’unica matrice identitaria: la volontà di dare in pegno le proprie idee per un fine a tutti comune. Il bene del proprio Paese.
E’ per questo che noi del Circolo PD di Arsoli abbiamo deciso di abbracciare Luoghi Idea(li), da piccola realtà della provincia romana, 1600 anime, ritta fieramente dinanzi al Gigante della sfida impossibile. In un anno di fuoco, dentro il quale passeremo senza avere timore di scottarci, proveremo a smuovere le acque attorno al tema della tutela, della salvaguardia, della gestione dei beni collettivi e a quello dello sviluppo del territorio, dell’utilizzo trasparente delle sue risorse.
E lo faremo attraverso un metodo partecipativo, improntato al coinvolgimento nel nostro viaggio di tutta la cittadinanza arsolana, unico giudice e valutatore pratico delle azioni che avremmo realizzato, degli obiettivi che avremmo raggiunto.
L’unica in grado di confessarci se la Fenice di Arsoli è stata in grado di risorgere e di riprendere il volo.
Ancora una volta. Assieme.Partito Democratico di Arsoli
Arsoli (RM)
tel: 3335209668
email: francesco.piacentini@alice.it
facebook: PD Arsoli
twitter: @ArsoliPDFonte foto: La Fenice, stemma e simbolo di Arsoli. “Post Fata Resurgo” è il suo motto: risorgo dopo le avversità.
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Mag 27, 2014 alle 17:00 #1237
A Roma di tre cose si parla continuamente: di calcio, di buche e di rifiuti. Se Marino è il sindaco, Totti è il Capitano; i gommisti invocano la pioggia perché nelle buche le gomme si lacerano irreparabilmente; e, per chi non lo sapesse, c’è addirittura un neologismo che raccoglie in rete le chiacchiere sulle disfunzioni della raccolta dei rifiuti: materassopoli.
Vanno bene le chiacchiere, ma a noi piacciono i numeri. Sappiamo che Roma non ha (per il momento) il primato nel calcio; delle buche non sappiamo dire (ma ci informeremo). Per quanto riguarda i rifiuti, l’ISPRA ci colloca al V posto nella graduatoria delle maggiori città italiane con una produzione di 661 kg annui. 661 kg solidi e urbani. Per abitante. Proprio così: ogni romano è responsabile di ben più della mezza tonnellata di rifiuti all’anno che rappresenta la media nazionale. Impressionante, vero? Per raccontare il progetto Verso Rifiuti Zero nel XII Municipio possiamo partire da questo numero, ma anche dal fatto che la Giunta Marino abbia dato una spinta fortissima per potenziare almeno la raccolta differenziata attraverso la chiusura della più grande discarica d’Europa. Bye Bye Malagrotta, sprechi, inquinamento, degrado; e barra dritta verso Rifiuti Zero, per fare dei nostri Municipi dei Luoghi Idea(li). Noi la pensiamo e la vogliamo così. Noi chi?
Chi siamo?
Siamo quattro circoli del PD (tre circoli territoriali Municipio XII (Donna Olimpia), Municipio XI (Marconi) Municipio XIII (Aurelio) e un circolo del lavoro (ISPRA) che, per loro natura, in questi anni si sono sempre caratterizzati per l’indipendenza di pensiero ed azione nei territori, la capacità di produrre classe politica, di fare gruppo e di fare analisi. Tutto ha fatto si che in particolare Donna Olimpia si caratterizzasse come luogo ideale del fare politica nel Municipio e a Roma. Ci siamo subito ritrovati nel percorso scelto da Luoghi Ideali e nella metodologia. E subito abbiamo creduto che fare massa critica insieme fosse importante per raggiungere i nostri obbiettivi e stimolante nel creare sinergie mai sperimentate sino ad ora: per produrre un nuovo modo di fare politica, aggregare i cittadini e darsi un luogo e un metodo per raggiungere intenti comuni.La situazione di partenza
Con la nuova amministrazione comunale si sono creati i presupposti per un’innovazione nella gestione del ciclo dei rifiuti a Roma. Si tratta di una grande sfida che con il Patto per Roma tra Regione, Provincia e Comune,dell’agosto 2012 con obiettivi del 50% di raccolta differenziata nel 2014, 60% nel 2015 e 65% nel 2016, si può realmente concretizzare, ed i cui primi passi si incominciano a prefigurare. La chiusura della discarica di Malagrotta, la nuova organizzazione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti municipali, sono tutte iniziative che tendono al raggiungimento di tali obiettivi.Cosa vogliamo fare.
Rispetto al piano rifiuti della città, che di per sé già esprime una forte tensione a migliorare la qualità della vita cittadina, noi vogliamo contribuire da un lato a facilitare ed accelerare il processo di implementazione degli obiettivi dell’amministrazione. Ma oltre: vogliamo qualificarlo; vogliamo che cresca e diventi tangibile una diversa cultura dell’ambiente e degli spazi comuni, che assuma come principi, anche più che come obiettivi, la riduzione dei rifiuti, l’introduzione dell’innovazione tecnologica su piccola scala, la creazione di una economia verde. Al di là dei meccanismi premio/sanzione, lavoreremo per introdurre uno stile di comunicazione sociale improntato alla responsabilità ed alla motivazione.Come lo faremo?
Lo strumento chiave si riassume in due parole: partecipazione e consapevolezza. Sono parole dal sapore retrospettivo, alle quali occorrerà dare una prospettiva in termini di spazi fisici e politici, di significati concreti, di strumenti innovativi. Lavoreremo molto sul piano della informazione e della comunicazione, puntando a costruire una rete in cui gli attori del territorio (gli abitanti, i tecnici, gli amministratori, le organizzazioni politiche, quelle sociali e quelle delle imprese produttive e commerciali) riescano a far circolare le informazioni e a qualificare le proprie competenze e responsabilità. Può sembrare poca cosa, ma considerare il condominio e il caseggiato come luoghi di costruzione della cultura dei rifiuti possono rappresentare una potente innovazione epr la città di Roma: per gestire le questioni ambientali e sociali, ma anche per individuare nuovi spazi e nuove logiche del fare politica. Gli incontri diretti, il web, le occasioni di approfondimento tecnico, la proposta di strumenti di innovazione già sperimentate in altre aree urbane, la formulazione di nuovi progetti di economia verde saranno gli utensili per il raggiungimento dell’obiettivo.I tempi
Il territorio è vasto, l’obiettivo complesso e la situazione di partenza estremamente critica per non dire drammatica. Le cose da fare sono tante e per di più: non si può aspettare. Occorre arrivare a risultati tangibili entro l’inizio del prossimo anno. Per questo ci simo definiti un cronogramma di scadenze molto serrato, che seguirà i tempi dell’attuazione del nuovo piano rifiuti previsto dal Comune e da AMA per il XII Municipio. Questa scelta ha lo scopo di rafforzare reciprocamente i due programmi di intervento e soprattutto di non generare confusioni e disorientamento nella popolazione municipale. Sono previste tre macro-fasi: quella dell’informazione e della motivazione della popolazione; quella della verifica con la popolazione; quella dell’introduzione di elementi di qualificazione e di innovazione rispetto alla gestione riiuti/ambiente.Contatti
Per tenersi informati sul processo di attuazione del nostro progetto, la cosa migliore è seguire la nostra pagina su facebook e il blog di progetto: qui pubblicheremo oltre agli aggiornamenti informativi di carattere generale anche le puntate principali del nostro diario di navigazione. Potete anche scriverci all’indirizzo di posta elettronica rifiutizero.donnaolimpia@gmail.com. O, ovviamente, seguirci e contattarci attraverso le pagine di luoghideali.it -
Mag 27, 2014 alle 17:19 #1243
Come in molte città medio-piccole qualche anno fa anche da noi alla Spezia sono state cancellate le circoscrizioni territoriali per decreto. Certo quegli strumenti andavano riformati, erano stanchi, ma cancellarli del tutto senza nessuna idea di come sostituirne la funzione non è stato un bene. L’attività dell’amministrazione e della politica ha un luogo in meno dove provare a discutere, mediare, raccogliere suggerimenti, costruire scelte migliori e, talvolta, prevenire conflitti sul territorio.
Oggi la partecipazione alle decisioni di governo locale, la discussione dei progetti più significativi o delle scelte di bilancio nei quartieri sono lasciate alla discrezionalità dell’amministrazione o dei soggetti politici che la sostengono senza nessuna norma e nessuno strumento che garantiscano che questo accada.
La sfida nella quale abbiamo voluto credere e coinvolgere i circoli cittadini del PD è questa: non rassegnarci a una cultura sempre più diffusa che vede nei percorsi partecipativi un rallentamento al decisionismo e al governo del fare e costruire nuove regole, nuove garanzie e nuovi strumenti di partecipazione. Tutto ciò verrà fatto in modo partecipato e si concluderà con l’elaborazione di una proposta di regolamento comunale della partecipazione che verrà poi sottoposta dal Partito Democratico alla discussione e al voto del Consiglio Comunale.L’obiettivo è rendere le pratiche della partecipazione utili ai cittadini che vi partecipano, all’amministrazione locale, alla definizione di migliori decisioni, sottraendo l’idea di partecipazione alle sue degenerazioni populistiche – con la sostituzione del ruolo attivo dei cittadini a qualunque forma di assemblea elettiva – o al semplice strizzare l’occhio ai comitati di turno.
Per arrivare a quella proposta di regolamento avvieremo, insieme ai circoli di riferimento, alcune sperimentazioni di percorsi partecipativi in diverse aree della città, aperti a tutti i cittadini, su temi di particolare rilievo o avvertiti come tali, selezionati con una precedente consultazione capillare degli iscritti alle nostre strutture territoriali. Queste sperimentazioni alleneranno ad un nuovo approccio nell’affrontare problemi o nuove prospettive di un territorio e daranno importanti indicazioni sull’idea di partecipazione che viene richiesta, su quella più proficua, su quale livello e quali modalità di garanzie, di vincolo, di rendicontazione orientarsi nella definizione del regolamento.
Insomma nelle nostre intenzioni questo è un progetto che prova a fare bene alla città, dotandola di uno strumento nuovo che incoraggi il desiderio civico di partecipare alla costruzione delle scelte per la propria città, e al Partito Democratico, favorendo l’apertura dei suoi circoli all’esterno, concentrandoli in una discussione di merito volta a costruire qualcosa di concreto, rendendoli protagonisti della definizione di una scelta di governo pubblico, come dovrebbe in effetti accadere nel principale partito di maggioranza della città.
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Mag 27, 2014 alle 17:23 #1244
Lo scorso 15 maggio, secondo il piano d’azione, una cinquantina di democratici spezzini, tra i segretari di circolo e un piccolo campione di membri di direttivo, si sono riuniti e organizzati in quattro tavoli di lavoro per elaborare un questionario che verrà poi distribuito a tutti gli iscritti.
Per oltre due ore – durante le quali i partecipanti sono stati concentratissimi e hanno TUTTI espresso un punto di vista – si sono alternate, senza schieramenti preconcetti, le voci di persone che hanno fatto scelte congressuali diverse, persone con storie, età, genere, istruzione, lavori differenziati che hanno provato a mostrare come può lavorare un PD concentrato sul merito delle questioni, capace di mescolanza e confronto.I quattro tavoli hanno diviso la loro discussione in due parti:
- Quali ambiti di intervento dell’amministrazione locale possono essere utilmente sottoposti a percorsi partecipati e attraverso quali specifici possibili temi riguardanti il territorio spezzino;
- Quali forme, livelli di vincolo, strumenti di partecipazione prendere in considerazione come più proficui
Ogni tavolo è stato coadiuvato da un facilitatore e il team del progetto ha supervisionato il lavoro.
Di queste discussioni che hanno selezionato o escluso priorità da affrontare in modo partecipato verrà fatta una sintesi, integrando le conclusioni dei diversi gruppi, per estrarre le domande e le opzioni di risposta da sottoporre a tutti gli iscritti al PD comunale nella fase successiva.Come si può già intuire da alcune foto degli appunti presi dai facilitatori in corso di discussione si sono toccati davvero molti temi, dai servizi alla persona, al lavoro, alla programmazione urbanistica, all’organizzazione della rete sanitaria, al traffico, alla cura e manutenzione della città e altro ancora.
Insomma sarà una importante occasione non certo per scrivere un programma di governo, che l’amministrazione ha già, ma per scegliere su quali sue parti il PD locale può ricercare soluzioni o risolvere problemi aperti con sperimentazioni di partecipazione in alcune parti della città. Sarà anche un modo per avere una misurazione dell’idea di partecipazione e delle priorità percepite o non percepite dagli iscritti al partito e per compiere prime valutazioni utili all’elaborazione della futura proposta di regolamento.
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Mag 27, 2014 alle 17:31 #1247
La sede del circolo pio la torre è un piano rialzato di un dignitoso condominio borghese: un appartamento con cucina, bagno e varie camere, tapparelle in legno e pavimenti in marmo. girato l’angolo è piazza segesta, la sede della camera del lavoro, uno dei vertici del “quadrilatero”, il blocco delle case popolari di sansiro: un alveare, una scacchiera di palazzi degli anni trenta/quaranta, palazzi scortecciati vicini ad edifici rimessi a posto dal contratto di quartiere.
Il racconto inizia qui: da molti anni la curiosità e la motivazione sociale per allungare lo sguardo oltre l’angolo di piazza segesta sembrava aver abbandonato il circolo. davide ed annibale però vivono nei condomini popolari, come certamente altri del circolo. casualmente ce lo diciamo ed è naturale gettare un ponte, allungare il collo, tendere l’orecchio. abbiamo in mente altre esperienze di animazione sociale nelle periferie popolari milanesi, dar la voce agli abitanti, agli anziani ed ai giovani, alle persone sole ed alle famiglie in dieci in un bilocale. ecco anche umberto, lucia, alida, guia ci stanno. raccogliere storie di viaggio, memorie lontane di posti dove tutti si conoscono. memorie di ieri, di traversate del mare, centri di detenzione, fughe solitarie. e poi di realizzazione economica, di integrazione e marginalità, di bambini a scuola e feste in piazza, di fabbriche che nascono e fabbriche che chiudono. del filobus 91, pieno ad ogni ora del giorno e della notte, che gira intorno alla città, pattuglia il confine tra la città dei ricchi e la città dei poveri… basta girare l’angolo, tendere l’orecchio, aguzzare lo sguardo, allungare il collo.
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Mag 27, 2014 alle 17:45 #1252
La piana di Sibari, il mare Jonio, le pendici del Pollino: un’alleanza di sviluppo e legalità
Un popolo di poveri seduto su un tesoro.
Queste parole, pronunciate dal console turco in visita a Rossano, fotografano, forse meglio di tanti discorsi paludati, la situazione della Calabria.
La drammaticità di questo stato, perdurante da tempo quasi immemorabile e straordinariamente acuito dalla crisi economica che ci attanaglia, ci deve indurre ad una reazione ancora più decisa e freddamente razionale nell’individuare quelle che possono essere le chiavi di uscita.
In questa prospettiva i Circoli Pd di Castrovillari, Cassano Jonio, Altomonte, Saracena e Frascineto, i Giovani Democratici di Villapiana e il coordinamento PD alto-basso Jonio, insieme ai partecipanti CGIL Sibari,Pollino, Tirreno, hanno pensato un progetto che è entrato a far parte del più ampio disegno dei Luoghi idea(li) di Fabrizio Barca.
Sibari – Pollino è un disegno che tiene insieme le grandi potenziali ricchezze del nostro territorio: il richiamo storico e ideale delle antiche città che emergono dall’area archeologica di Sibari e il loro rapporto con il fiume Crati e il mare; una filiera agro-alimentare specializzata, capace di esportare ma completabile; la qualità e capacità di offerta turistica culturale, termale e naturale delle pendici del Pollino, dei suoi centri urbani e borghi e del mare.
La situazione di partenza è tristemente nota: dal doloroso abbandono del sito archeologico di Sibari (a tacere degli altri) alla totale carenza delle istituzioni come soggetti promotori e gestori di uno sviluppo strategico di una intera zona, alla inesistenza di un dialogo tra i differenti soggetti pubblici e privati operanti nel territorio, tale da abbandonare in amare solitudine le pur esistenti capacità di sviluppo economico, sociale e culturale.In sintesi, ecco che cosa vogliamo fare:
Vogliamo che la piana di Sibari e i territori che vi si affacciano compiano un salto di sviluppo e legalità coniugando tre potenziali: cultura, agricoltura e borghi.
Riteniamo sia necessario realizzare un alleanza orizzontale fra quelle tre potenzialità. Ed è necessario accompagnarla con un’alleanza fra queste dimensioni locali e la dimensione nazionale, che favorisca innovazione, rottura delle vecchie incrostazioni e cambiamento.
L’obiettivo generale di liberare sviluppo e legalità nell’area attraverso un’alleanza dei suoi tre punti di forza si articola nei seguenti obiettivi: 1) Sbloccare gli interventi infrastrutturali e ripristinare la legalità necessari alla messa in sicurezza del fiume Crati (e della sua foce) e alla depurazione delle acque che in esso sono scaricate, senza di cui il progetto archeologico di Sibari e lo sviluppo agricolo e turistico della zona sono impossibili. 2) Promuovere una visione strategica per l’area attorno alla narrazione della “città ideale“ di Sibari (Thurii), che coinvolga gli insediamenti sulle colline circostanti, legando i valori urbani, agro-alimentari, paesaggistici in un disegno comune di qualità sociale ed economica locale. 3) Verificare la qualità di tutti gli interventi pubblici programmati nell’area e la loro funzionalità a una visione integrata che poggi su una fondata analisi della domanda di esportazioni e turistica, e delle alternative modalità di accesso all’area di quest’ultima. 4) Mettere a regime i metodi per una cultura e una pratica della partecipazione, del confronto pubblico informato e della verifica degli esiti dell’azione pubblica, necessarie per la programmazione e progettazione di un disegno di sviluppo condiviso.
A questi obiettivi si aggiunge quello di promuovere l’adozione, da parte dei circoli del Pd che lanciano l’iniziativa, di una cultura e di un metodo di lavoro propri di un partito moderno (apertura all’esterno e creazione di Comitati, pubblico confronto, monitoraggio dell’azione pubblica) che possano essere impiegati in futuro per altri temi.Come lo faremo:
Questi obiettivi saranno perseguiti attraverso le seguenti azioni:
Promozione della costituzione di un Comitato per il Sibaritide-Pollino che raccolga competenze e responsabilità locali e nazionali rilevanti per i diversi profili da cui dipende il salto nello sviluppo dell’area.
Il Comitato perseguirà gli obbiettivi indicati attraverso audizioni, indagini pubbliche, costruzione di relazioni permanenti fra i diversi soggetti, campagne di sensibilizzazione e formazione e forme di presidio adeguate allo scopo.Tempistiche:
Nella prima fase del lavoro (maggio-settembre 2014) il Comitato si proporrà di condurre una ricognizione delle risorse umane e finanziarie, dei progetti privati e pubblici, delle idee progettuali, delle criticità amministrative, delle minacce criminali e alla legalità che caratterizzano l’area. In una seconda fase (fino al marzo 2015) verranno promosse iniziative di pressione pubblica per lo sblocco degli interventi, azioni di monitoraggio, proposte alle pubbliche autorità, comunicazione. -
Mag 27, 2014 alle 17:56 #1258
Che cos’è il nuovo PD? Come deve funzionare? Come ci si riunisce nei circoli? Come si fanno le assemblee? Come si contattano i cittadini? E la rete, come la si usa? Sono domande che si pone il circolo Pd di Catanzaro “E. LAURIA ” forte di una straordinaria esperienza che ha visto, alle ultime amministrative, un forte sentimento di rinnovamento. Da quell’esperienza oggi emergono proposte di organizzazione e di funzionamento che sperimentano la cosiddetta “partecipazione differenziata” cioè l’idea che in un partito si possa essere partecipanti iscritti ma anche partecipanti non iscritti”.
E’ quest’ultima l’idea forte del circolo, aprire il partito all’esterno, guardare oltre steccati ormai anacronistici, che vuole dunque testimoniare la concreta attuazione di partecipazione attiva e rinnovamento sul territorio. Verranno così aperte le porte del circolo e quindi del partito sia alle altre formazioni politiche progressiste che ai movimenti democratici, ma soprattutto alla cittadinanza, nella convinzione profonda che “le idee giuste non piovono dal cielo ma provengono da una corretta pratica sociale”.
Questo vuol dire consentire un confronto positivo tra i diversi strati sociali, ponendo al centro le problematiche che mettono in difficoltà il nostro Paese e soprattutto le fasce più deboli della società. Di conseguenza ci adoperiamo con l’intento di allargare la partecipazione politica e di garantire l’espressione, all’interno del Partito Democratico, delle istanze più impellenti avvertite dalla gran parte degli italiani.
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Mag 27, 2014 alle 18:05 #1262
Siamo in Piemonte, e anche qui sentiamo la crisi e il declino. Il 50% dei piemontesi ha avuto un peggioramento economico nell’ultimo anno. Una persona su cinque ha difficoltà a quadrare il bilancio. Su 262 regioni europee il Piemonte è al 152-esimo posto per competitività ed è andato indietro dal 2010.
Le cause del declino tutti le trovano fuori dalle fabbriche. E in parte hanno ragione. In Italia ormai non reggono più il confronto con i maggiori paesi europei l’amministrazione pubblica, la scuola e l’università, la gran parte dei servizi, e poi pesano l’evasione fiscale vergognosa e l’insopportabile corruzione.
Ma c’entra anche l’organizzazione del lavoro, la tecnologia e le relazioni industriali, per quanto se ne parli poco.
E’ proprio su organizzazione del lavoro, tecnologia e innovazione sociale nell’impresa che vogliamo qui tornare a ragionare.
Vogliamo realizzare un’inchiesta partecipata, di quelle che si facevano una volta. Il fine è riportare le condizioni di lavoro nella discussione pubblica e della sinistra, per provare a ridare fiato a forme di organizzazione del lavoro che emancipano i lavoratori.
Vogliamo andare a vedere le fabbriche e i luoghi di lavoro, e ce ne sono, dove la competitività non è fatta contro ma mediante l’emancipazione del lavoro, un tema che dovrebbe essere centrale per la sinistra. -
Mag 27, 2014 alle 18:14 #1266
Sposando il progetto Luoghi ideali di Fabrizio Barca abbiamo scelto di sposare un’altra idea di Partito Democratico: quella di un Partito che non si rinchiuda nelle sue stanze, che non offra alla cittadinanza solo un triste e scarno dibattito fatto di beghe congressuali, ma che provi a rappresentare realmente le istanze del territorio, a cercare soluzioni e ad offrire risposte.
Abbiamo scelto di occuparci di Isochimica. Parlare del sito industriale dell’ex Isochimica, azienda specializzata nella scoibentazione dell’amianto dei vagoni e delle carrozze ferroviarie, vuol dire parlare di un dramma che da 26 anni accompagna questa città, ma che solo nel recente passato ha iniziato ad assumere una minima visibilità. I tempi di latenza delle patologie legate alla respirazione di fibre di asbesto sono molto lunghi e, così, i lavoratori cominciano oggi a pagarne le conseguenze, così come gli abitanti del quartiere, così come tutta la città, per un sito che sorge di fronte ad un campo di calcio e alle scuole del quartiere Ferrovia, a ridosso del nucleo industriale, a due passi dal centro città e a pochissimi chilometri in linea d’aria dal principale Ospedale della Provincia.
Ciò che faremo, con l’aiuto del Team di Fabrizio Barca e nell’anno di durata di questo progetto, è tentare di costruire le condizioni procedurali, progettuali e finanziare affinchè parta finalmente la bonifica di questo sito, oggi sotto osservazione della Magistratura, e avviare un percorso partecipato per predisporre un progetto di utilizzo dell’area bonificata che costituisca anche un risarcimento dei danni inferti alla comunità e al quartiere, oltre che agli operai dell’impianto.
Proveremo a fare il tutto cercando di “nazionalizzare” la vicenda, avviando un confronto con esperti e cittadini per identificare i percorsi procedurali e finanziari necessari al conseguimento di entrambe gli obiettivi, predisposizioni di una prassi di monitoraggio collettivo dei processi di decisione pubblica e poi delle loro attuazioni, indispensabili per scongiurare i “tempi biblici” di simili esperienze del Sud.
Un progetto ambizioso, ma siamo certi che la buona politica può farcela.
Circolo Pd Avellino “Vittorio Foa” – Via Del Balzo – 83100 – Avellino (Av)
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Mag 27, 2014 alle 18:32 #1272
L’idea di un partito solido e radicato nel territorio, che si ponesse l’obiettivo di coinvolgere i cittadini grazie a un processo di elaborazione inclusivo, partecipato e innovativo, nel 2012, ci ha portato a fondare il Circolo Copernico, circolo tematico del Partito Democratico di Cagliari.
La rivoluzione copernicana parte dall’affermazione di un nuovo sistema-partito sintesi di interessi pubblici, dalla promozione di nuove forme di partecipazione attiva, dalla raccolta e dallo sviluppo delle istanze provenienti dalla società. Nell’ottica della responsabilità sociale che dovrebbe orientare tutte le organizzazioni di qualsiasi natura nella propria azione, il Copernico ha preso sede presso Domukratica, sede dell’omonima associazione che gestisce e condivide spazi e costi, nel quartiere di Villanova, uno dei quattro quartieri storici di Cagliari. Tenendo ben presente la volontà di creare un luogo ideale di confronto e avvicinare i cittadini alla politica attraverso iniziative pubbliche, l’aspirazione è di conquistare credibilità nei confronti degli abitanti, diventare parte attiva della comunità, acquisire gli strumenti e la capacità di gestire processi partecipativi, così da poter costruire e realizzare le attività del progetto “VIVA VillanoVA” insieme a chi il quartiere lo conosce, lo vive e lo anima, alle associazioni politiche e culturali, ai commercianti e agli artigiani.
“VIVA VIllanoVA” nasce in considerazione della profonda trasformazione che ha vissuto e vive il quartiere, a partire dalla recente riqualificazione urbana che ha prodotto delle mutazioni profonde dal punto di vista urbanistico-architettonico e sociale, generando difficoltà di integrazione tra vecchi e nuovi abitanti, italiani e stranieri. Nella consapevolezza che i processi di integrazione sociale, in continua evoluzione, richiedono tempo e determinazione, ci siamo posti l’obiettivo di ri-costruire una rete per la (ri)attivazione di legami sociali e personali, strettamente connessi a dinamiche generazionali e multiculturali. Un obiettivo generale che richiama i più moderni interventi di rigenerazione urbana, dove alla riqualificazione architettonica e urbanistica si accompagna la riattivazione o il rafforzamento delle relazioni sociali.
A questo obiettivo si collegano tre obiettivi specifici, raggiungibili attraverso azioni da realizzare in occasione della giornata di lancio del progetto, prevista per Giugno 2014, ed altre attività che prenderanno forma nei mesi successivi, da discutere, condividere ed eventualmente modificare con i partecipanti allo stesso evento. Un progetto che, proprio per la necessità di coinvolgimento degli abitanti del quartiere, protagonisti e destinatari di ogni nostra azione, prevede una prima fase di analisi e di valutazione (a cui seguiranno delle altre lungo tutto il percorso che durerà circa un anno), della struttura demografica di Villanova e degli aspetti legati alla percezione di chi il quartiere lo vive quotidianamente.
VIVA VillanoVA è un progetto grazie al quale solleciteremo momenti e spazi di incontro e confronto in cui siano valorizzate le diversità culturali, attraverso la scoperta e la condivisione del cibo o della lingua della propria comunità; promuoveremo l’incontro intergenerazionale tra anziani, giovani e bambini che nel quartiere coabitano, realizzando momenti di scambio di esperienze e di saperi; sosterremo l’affermazione di uno “spirito di appartenenza” al quartiere cosmopolita, dove ognuno potrà mettere a disposizione del prossimo il proprio bagaglio culturale e, viceversa, far tesoro dei trascorsi altrui, contribuendo a scrivere un’altra pagina di storia del quartiere Villanova.
Circolo Copernico PD
Ci trovate in Via Tempio 22 a Cagliari o ai seguenti contatti:- Blog: http://circolocopernico.wordpress.com/
- Email: circolocopernico@gmail.com
- Pagina Facebook del Circolo: https://www.facebook.com/CircoloCopernico
- Account Twitter: https://twitter.com/CircoloCopernic
- Instagram: @circolocopernico
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Mag 27, 2014 alle 18:38 #1275
Chi Siamo
02PD è uno dei circoli territoriali del PD più attivi d’Italia ed il maggiore a Milano per numero di iscritti e di eletti ad ogni livello della politica locale e nazionale.Attualmente conta più di 300 iscritti ed è strutturato attraverso un coordinamento composto da 18 persone, insieme a gruppi di lavoro che coinvolgono iscritti e coordinatori, focalizzandosi su temi di carattere sociale e territoriale.
La ricchezza di 02 è il suo rapporto con il quartiere di Porta Venezia, in cui è inserito e pienamente integrato e visto ormai da anni come un luogo di aggregazione e di politica attiva.
L’efficacia dell’azione di 02 è stata negli anni la capacità di riunire attorno a sé una folta schiera di giovani appassionati e impegnati, che nel tempo sono stati capaci di raggiungere anche cariche amministrative e politiche molto rilevanti. Il nostro circolo, nell’organo del coordinamento, ha deciso di focalizzarsi sul coinvolgimento e sulla partecipazione di iscritti, simpatizzanti e di ogni componente della cittadinanza che creda nella politica, nel tentativo di arginare le pulsioni antipolitche, sempre più incalzanti anche nella nostra area.
Cosa Vogliamo Fare
Ci proponiamo di promuovere una nuova modalità di attività politica, finalizzata ad un estesa partecipazione ed al supporto dell’azione dal basso, configurata su tre dimensioni:- La dimensione sociale, perché gli obbiettivi fondamentali di un progetto contemporaneo si possono perseguire soltanto con la partecipazione consapevole e responsabile della comunità
- La dimensione locale, perché l’incisività dell’azione si basa sulle risorse umane, culturali ed ambientali del territorio
- La dimensione digitale, perché oggi ogni processo innovativo si costruisce a partire dalle tecnologie più dinamiche, come quelle delle reti digitali che aprono e connettono.
Come Lo Faremo
Per questo abbiamo lanciato la piattaforma online http://www.02pd.it , progettata nei mesi di novembre-dicembre 2013 e messa in funzione a metà gennaio: essa è nata con l’obiettivo di ampliare la partecipazione degli iscritti e dei cittadini alle iniziative e all’attività politica del PD ed in particolare del Circolo 02 di Milano.La piattaforma è strutturata in modo tale che l’utente, una volta registrato, possa accedere alle aree riguardanti il circolo, la politica locale e nazionale, ed essere aggiornato sulle news, ad esempio leggendo la Rassegna Stampa settimanale (aggiornata quotidianamente) o chiedendo ai componenti del coordinamento di mettere all’ordine del giorno una questione per lui particolarmente importante.
Totalmente sperimentale ma in linea con la nostra volontà di partecipazione e interazione fra eletti e cittadini è lo strumento Problemi e Proposte, grazie al quale un problema può essere segnalato e geolocalizzato, segnalato ad un amministratore locale. La soluzione per la questione può essere proposta nello stesso contesto, modificata e votata, in modo che, a seguito del voto possa essere presa in carico dal coordinamento e trasmessa all’amministratore più adatto a discuterla nelle sedi istituzionali.
La piattaforma di 02PD rappresenta una sperimentazione totalmente all’avanguardia nel panorama dei circoli del Partito Democratico nazionale, ma ha bisogno di una continua revisione e implementazione per un miglioramento esponenziale dei risultati. Proprio per questo riteniamo che il progetto Luoghi Idea(li) possa esserci utile, anche per portare la nostra sperimentazione oltre i confini di Milano destando interesse in altri circoli e creando così reti e correlazioni.
Naturalmente la piattaforma è collegata con tutti gli strumenti social, di cui si serve per veicolare e trasmettere i propri contenuti e avvenimenti. 02PD è infatti su Facebook e su Twitter, e anche su Google+.
Tempistiche
Prevediamo poi di rendere continuativa entro il mese di Settembre l’attività di informazione e coinvolgimento di iscritti simpatizzanti attraverso una newsletter settimanale che raccolga le principali notizie locali, quelle segnalate dai rappresentanti nelle istituzioni ad ogni livello e le discussioni rilevanti in corso sul sito e all’interno del Coordinamento di 02PD.Pianifichiamo quindi di incrementare la partecipazione online sul sito entro l’autunno e di rendere la piattaforma online un elemento cardinale all’interno della vita politica del circolo a partire dal mese di Dicembre, entro il quale auspichiamo che essa sia divenuta strumento di utilizzo comune per iscritti e simpatizzanti interessati ad approfondire e discutere temi di rilievo.
Contatti
Circolo 02PD, Via Bartolomeo Eustachi 48, 20129, Milano
http://www.02pd.itFederico Maria Ferrara (Responsabile Progetto Luoghi Idea(li)): 3471703335; fedferrara@hotmail.it; @FedFerrara
Maria Teresa Santaguida (Responsabile Comunicazione): 3402814554; maria.teresa.santaguida@gmail.com; @MTAgiodege;
Silvia Ferrari (Responsabile Piattaforma): 3334480707; silviaferrarib@gmail.com -
Mag 27, 2014 alle 18:42 #1279
La crisi economica che da quasi un decennio colpisce l’Italia ha reso sempre più evidenti i limiti del nostro stato sociale anche lì dove più forte ed avanzata è la protezione delle fasce deboli delle nostre comunità.
Dai dati che raccolti ad esempio nell’ambito del progetto regionale “Patto per attraversare la crisi” (i cui esiti trovate qui) si può comprendere che anche per la nostra regione la crisi ha avuto effetti negativi sul sistema del lavoro e dell’occupazione, ma gli ammortizzatori sociali e il sistema di welfare hanno sicuramente attutito l’impatto sui cittadini emiliano-romagnoli.
Insieme alle difficoltà di carattere economico e di bilancio pubblico anche le tendenze demografiche conducono a rendere problematico il contesto in cui si realizzano le politiche per il welfare.
La struttura per fasce d’età della popolazione di Cesena evidenzia un’interessante tendenza legata certamente all’immigrazione, soprattutto nella sua componente straniera, ovvero l’aumento progressivo della popolazione dei giovanissimi da 0 a 14 anni.
Questo fenomeno però appare fortemente controbilanciato, specie negli ultimi 5 anni, dall’invecchiamento progressivo della popolazione.
Questo andamento demografico – per così dire “a doppia direzione” – della popolazione cesenate è ben rappresentato dalla crescita dell’indice di vecchiaia, che rappresenta il rapporto di composizione tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione più giovane (0-14 anni).
Il valore di detto indice che si registra alla fine del 2012 nel Comune di Cesena (179,03%), pur essendo il più basso dell’ultimo decennio, resta comunque più alto se messo a confronto con gli altri ambiti territoriali regionali (169%) e nazionali (147%).
Questi dati possono descrivere bene le difficoltà che interessano anche il comune di Cesena. Se è vero, infatti, che disponiamo di una capillare rete di servizi di welfare di alta qualità, dobbiamo però porci il problema di come garantire anche per il futuro l’offerta di servizi di alto livello e destinati a tutta la popolazione.
Nonostante un periodo di forti tagli lineari alla spesa pubblica il Comune di Cesena, ad esempio, ha registrato un aumento grado di copertura : bambini iscritti su domanda potenziale bambini 3-5 anni (qui i dati) e ha tenuto sostanzialmente invariato il rapporto domande accolte /domande ricevute asili nidi (qui i dati).
Questo però non basta, occorre agire in discontinuità con il passato e mettere in campo nuove strategie e nuove politiche, che partendo dai livelli attuali di welfare consentano di “alzare ulteriormente l’asticella”, cioè di intercettare in maniera anticipatoria il cambiamento sociale ed essere in grado, come pubblica amministrazione, di dare risposta ai nuovi bisogni che la nostra società in continua evoluzione esprime.
Siamo una comunità solidale, aperta al cambiamento e all’innovazione, alla partecipazione attiva, consapevole del bene comune rappresentato dalla coesione, improntata alla giustizia e all’equità e, per questo, non possiamo sottrarci all’imprescindibile compito che i valori della sinistra ci impongono: “andare oltre” e cercare di “estendere” il concetto di cittadinanza proprio lì dove servizi e politiche sociali sembrano più all’avanguardia.
Ecco perché il PD di Cesena e la Fondazione Radici della Sinistra hanno deciso di riportare il tema della coesione sociale, del benessere dei cittadini nel sentire e nel discutere della sinistra Scegliamo di ritornare ad immaginare il futuro dell’idea stessa di “cittadinanza” individuando strategie e visioni in grado di trovare nuove risorse destinate non solo a conservare, ma anche ad estendere la rete di protezione offerta dal welfare locale con attenzione particolare ai servizi per l’infanzia e ai bisogni degli anziani.
Così abbiamo scelto di imbarcaci in questa complessa traversata che ci porterà, in un viaggio di circa un anno, ad arricchire le nostre conoscenze sullo stato di salute del welfare state di Cesena cercando di ricostruire una nuova mappa dei bisogni (concentrandoci su quelli non soddisfatti) degli anziani e dei giovani della nostra città.
Per il conseguimento degli obiettivi che ci siamo proposti il nostro progetto farà riferimento a due fasi metodologiche.
In primis condurremo un’inchiesta attraverso lo strumento delle audizioni dei portatori di interessi e dei soggetti istituzionalmente coinvolti nella struttura del welfare state per giovani ed anziani sul territorio di Cesena (ASL, scuole, assessorati, società a partecipazione pubblica, associazioni del terzo settore che operano nel settore della cura di giovani ed anziani, popolazione residente sul territorio del comune Cesena) che da qui all’autunno ci porterà ad avere una percezione chiara dei profili di successo e di problematicità del nostro welfare e delle problematiche ad esso connesse.
Poi, alla fine delle indagini e fino a marzo del 2015, il ci occuperemo di predisporre un rapporto contenente i risultati conoscitivi conseguiti nel corso dell’inchiesta e, soprattutto, l’analisi delle criticità che occorrerà rimuovere per consentire gli obiettivi di “estensione” della cittadinanza. In base a tali indicazioni, infine, promuoveremo iniziative pubbliche di elaborazione e discussione di proposte coerenti con gli obiettivi del progetto e di denuncia di ostacoli che impediscono il conseguimento degli stessi obiettivi, confrontandoci e sottoponendo al vaglio dei portatori di interessi le nostre proposte operative. Un percorso lungo ed impegnativo, una traversata nel cuore della nostra comunità, dei suoi problemi, delle sue criticità ma anche un ritorno al significato più pieno del nostro essere “di sinistra”.
Un ritorno all’idea che “la frontiera dell’inclusione sociale e della socialità debba essere spinta continuamente in avanti, sviluppando una visione di lungo periodo della società […] che configurino possibili assetti della società più giusti, sostenibili e augurabili” (F. Barca, lo ha detto qui)
Buona traversata, dunque, a chi crede come noi che il superamento di quella frontiera ci possa ancora spingere a far dei nostri miseri “remi”, forti e veloci “ali”.
PD – CESENA
Viale Bovio n. 48
47521 Cesena (FC)
tel 0547-21368
fax 0547-25304
email: pdcesena@gmail.com -
Mag 27, 2014 alle 18:49 #1283
Tutti noi di Luoghi Idea(li) abbiamo alle spalle un mese di lavoro in comune, da quando 11 progetti locali del PD hanno fatto rete con 1 progetto nazionale attorno a cinque tematiche: qualità della vita quotidiana e coesione sociale, fra generazioni e fra culture; ambiente responsabilità comune alla prova dei fatti; emancipazione dei lavoratori e competitività; cultura, creatività e sviluppo; politica credibile e governo. Ora siamo pronti a uscire dall’ombra. Lo facciamo con questa piattaforma che da questo momento in poi racconterà strategie, obiettivi raggiunti (o mancati), passi in avanti (e indietro) nel cammino per sperimentare un modo moderno di essere partito. Una piattaforma per permetterci di comunicare e per raccogliere spinte, critiche e nuove idee. E anche una piattaforma dove ogni altro PD potrà descrivere le proprie esperienze.
Abbiamo una scadenza, come tutte le sperimentazioni: marzo 2015. A quella data valuteremo e valuterete se e quali obiettivi che ci eravamo prefissi sono stati conseguiti. Ma i progetti funzionano se hanno occhi che li stanno a guardare mentre succedono le cose. È per questo che gli “11 progetti più 1”, gli 11 luoghi e il progetto nazionale, hanno messo nero su bianco strategia, obiettivi, azioni con cui intendono raggiungerli e pure i metodi con cui intendono valutarli. E lo hanno fatto in modo sintetico, a volo d’angelo (ecco le 11 schede+1 dei luoghi ideali, in PDF), e, luogo per luogo, in modo dettagliato (qui le 3 schede progetto per ogni luogo: strategia, piano d’azione e piano valutazione).
E ora, passo passo, racconteremo sulla Rete le cose che succedono e i metodi che adotteremo per farle succedere. Questo Luogo Idea(le) digitale può essere punto d’incontro per incrociare conoscenze ed esperienze sui diversi fronti tematici e metodologici su cui siamo impegnati: dalle bonifiche al lavoro in fabbrica, dai nuovi servizi sociali al governo partecipato delle città; dai metodi partecipativi (molteplici e così diversi) ai metodi di valutazione e comunicazione. Una piattaforma aperta dove esperienze simili possono trovarsi e assieme avvalersi di competenze messe a disposizione in modo volontario. Un Luogo dove le mille realtà del PD escano dall’autoreferenzialità di belle esperienze che pochi conoscono.
In questo momento il nostro luogo virtuale comincia a popolarsi: oggi troverete in linea i primi racconti degli 11 progetti dei Luoghi Idea(li), dal Lazio alla Sardegna, dal Piemonte alla Calabria, dalla Liguria alla Lombardia fino all’Emilia Romagna. Accanto a questi iniziano ad affacciarsi gli “Altri Luoghi”, ossia tutti quei circoli che abbiano voglia di raccontarsi e raccontare i loro progetti [link a regole di iscrizioni].
Buon viaggio “digitale” nella nostra piattaforma Idea(le).
Fabrizio Barca -
Mag 27, 2014 alle 19:00 #1288
Lo straordinario risultato nazionale del PD coinvolge anche il nostro comune dove il partito guadagna 2.893 pari al 41,50 %.
La presenza in lista della candidata locale Mariella Saladino (1.463 preferenze nel Comune di Castrovillari) ha sicuramente contribuito alla splendida affermazione elettorale conseguita in città dal PD.
Risultati Elezioni Europee 2014
Comune di CASTROVILLARI
Elettori: 19.772 – Votanti: 7.501 (37,93 %)PARTITO DEMOCRATICO
Voti 2.893 ( 41,50 %)
MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEGRILLO.IT
Voti 1.532 (21,97 %)
FORZA ITALIA
Voti 1.169 ( 16,77 %)
NUOVO CENTRO DESTRA – UDC
Voti 585 ( 8,39%)
L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS
Voti 368 (5,27%)
FRATELLI D’ITALIA – ALLEANZA NAZIONALE
Voti 292 ( 4,18%)
LEGA NORD-DIE FREIHEITLICHEN-BASTA €URO
Voti 38 ( 0,54%(
ITALIA DEI VALORI
Voti 32 (0,45%)
VERDI EUROPEI-GREEN ITALIA
Voti 30 ( 0,43%)
SCELTA EUROPEA
Voti 21 (0,30 %)
IO CAMBIO – MAIE
Voti 10 ( 0,14 %)Totale 6.970
Schede bianche 99
1,31 %
Schede nulle 431
5,74 %Schede contestate e non assegnate
1
0,01 %Percentuali votanti in altri comuni dell’area: Altomonte 72,04% Tarsia 60,62% Firmo 69,94% Trebisacce 40,79% San Basile 52,29% Frascineto 57,84% Lungro 41,63% Laino Borgo 31,51% Cassano J. 36,46% Morano Calabro 45,27% Mormanno 47,42% Saracena 31,98% Spezzano Albanese 68,75% Laino Castello 63,51% Rossano 40.16% Corigliano 30,89%
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