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Mag 28, 2014 alle 10:54 #1292
Totale Affluenza1.201.878 su 2.311.81352%
Voti Validi1.175.229 su 1.201.878
Voti Validi 1.175.229 97,78 %
Voti Contestati 169 0,01%
Schede Bianche3.569 0,3%
Schede Nulle 22.9111,91%
Voti di Lista
PARTITO DEMOCRATICO 506.19343,07%
MOVIMENTO 5 STELLE 293.24124,95%
FORZA ITALIA 158.152 13,46%
L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS 72.4916,17%
FRATELLI D’ITALIA 62.5705,32%
N. CENTRO DESTRA – UN. DEI DEMOCRATICI (UDC)43.217 3,68%
LEGA NORD PER L’INDIPENDENZA DELLA PADANIA16.728 1,42%
FEDERAZIONE DEI VERDI – GREEN ITALIA 10.338 0,88%
SCELTA EUROPEA CON GUY VERHOFSTADT 6.6310,56%
ITALIA DEI VALORI (IDV) 4.5070,38%
IO CAMBIO-MAIE 1.1610,1%
A Roma è andata così ed è andata benissimo.
Non ci credeva nessuno, venerdì tutti avrebbero messo la firma sun 30/29 (PD/M5S) ed erano tutti in preda all’ansia che l’equazione fosse inversa.
Io sondaggi non ne ho mai visti se non quelli pubblicati sui giornali, dunque una primissima cosa che mi verrebbe da dire è che i sondaggisti italiani hanno dei problemi seri e forse dovrebbero tornare a studiare statistica e sociologia perché qualcosa deve essere sfuggito loro …………….
Poi penso a noi e mi si allarga un sorriso enorme sulla faccia, è la prima volta che (dal 1981 data in cui presi la mia prima tessera di partito, ed era il PCI/FGCI di allora) ho il piacere di assistere ad una GRANDE vittoria ( e questa volta GRANDE è un aggettivo davvero appropriato da utilizzare). Ricordo di aver gioito la notte delle Europee del sorpasso del PCI dopo la morte di Enrico Berlinguer, ma non è stata la stessa cosa, non c’erano numeri così netti e definitivi, era un tributo ad un uomo grande e amato da molti (moltissimi), pulito come pochi, ma non era una vittoria.
Quindi sorrido di una felicità mai provata.
Poi guardo al risultato Romano e di nuovo il sorriso si allarga perché qui ancor più che in altri luoghi si è giocata (e ancora si cerca di giocare) una partita tutta interna a certe aree del Partito Romano che ritengo il nostro Sindaco non abbastanza incisivo e dunque svolgono una quotidiana querelle sull’opportunità di rimpasti, ricambi, riassetti (e tutto ciò che possa portare il prefisso RI davanti).
Questa non è certo una condizione di lavoro facile per una giunta che riceve in dote una città realmente al collasso. Che dovrà sicuramente procedere a misure impopolari ma necessarie per poterla veder risorgere. Che sta provando anche senza soldi a lanciare un progetto che vada al di là di domani.
Senza il supporto dei livelli intermedi (il Partito è un livello intermedio) questa operazione di rinascita è difficilissima e rischia di fallire.
Quelle aree di cui parlavo sopra si aspettavano di poter contare su una sconfitta, un crollo che dimostrasse che il sindaco aveva disperso il suo vantaggio, era stato abbandonato dai suoi elettori, dai suoi cittadini.
Così non è stato, ed il mio sorriso si allarga sempre di più, adesso abbiamo una grandissima responsabilità nelle nostre mani: trasformare questa forza in una vera rinascita, e non sarà facile.
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Mag 29, 2014 alle 11:44 #1295
Come non aprire, su questa piattaforma, una conversazione “virtuale” sul Crowdfunding. In fondo è grazie a “LUI” se questa piattaforma è nata e soprattutto se i Luoghi Idea(li) hanno preso forma. Fino a pochi mesi fa per me (Michela), il crowdfunding era una strana parola inglese, uno dei nuovi termini che sempre più costantemente si iniziano ad affacciare nel nostro vocabolario comune. Poi all’improvviso, quando il viaggio in Italia, stava per terminare, il crowdfundig è diventato familiare anche per me! Ma che cos’è veramente? L’etimologia è molto semplice crowd, folla e funding, finanziamento; ed è uno di quei rari casi in cui secondo me la parola tradotta in italiano è forse ancora più bella che in inglese. Wikipedia (strumento fondamentale per me anche all’epoca della tesi universitaria) definisce il crowd come: “Una pratica di micro-finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse. Il termine trae la propria origine dal crowdsourcing, processo di sviluppo collettivo di un prodotto. Il crowdfunding si può riferire a iniziative di qualsiasi genere, dall’aiuto in occasione di tragedie umanitarie al sostegno all’arte e ai beni culturali, al giornalismo partecipativo, fino all’imprenditoria innovativa e alla ricerca scientifica. Il crowdfunding è spesso utilizzato per promuovere l’innovazione e il cambiamento sociale, abbattendo le barriere tradizionali dell’investimento finanziario. Negli ultimi anni, sempre più spesso è stato invocato come una sorta di panacea per tutti i mali e un’ancora di salvezza per le economie colpite dalla crisi finanziaria”.
Dalla nostra esperienza abbiamo capito che il crowdfunding ha bisogno soprattutto di un buon progetto che deve essere anche ben definito, di premi accattivanti (in un secondo forum magari vi sveleremo anche a quali premi avevamo pensato, noi del team nazionale, inizialmente oltre alla cenaJ), di una piattaforma che aiuti a lanciare il progetto e soprattutto di donatori che si appassionino e ci credano fermamente. Dal canto nostro abbiamo anche capito che è fondamentale avere un legame costante con i donatori come con tutti quelli che sempre di più si avvicinano al progetto.
Vorrei sapere se qualcuno di voi ha mai provato ad aprire una campagna di crowdfunding o se ancora non l’ha fatto ma ha in mente di farlo?
Magari può essere una buona occasione per darci dei consigli e approfondire tematiche inerenti legate al crowd.
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Mag 29, 2014 alle 20:03 #1296
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Mag 30, 2014 alle 0:27 #1303
Posto Viaggio al termine della “munnezza”, da Italianieuropei 3/2014:
http://www.italianieuropei.it/it/italianieuropei-3-2014/item/3352-viaggio-al-termine-della-munnezza.html -
Mag 30, 2014 alle 15:16 #1304
E a conclusione del percorso iniziato con il primo Seminario DIFFERENZIATE ROMANE vi propongo di compilare il questionario che trovato a questo link
https://docs.google.com/forms/d/1WbsqORQkzGszrVppL4cQUDXlufweXXwgSuh9RmDRBiw/viewform
Se non siete di Roma non lo compilate.
Se non siete del XII (ex XVI) Municipio scirvete “fuori municipio” così potremo distinguere e separare le risposte. Incominciamo a saperne di più di cosa ne pensa la gente.
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Mag 30, 2014 alle 15:24 #1305
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Giu 3, 2014 alle 11:53 #1311
Vi segnalo l’articolo di Marco Almagisti uscito sull’Unità di qualche giorno fa, all’indomani del voto per le europee:
“Il clamoroso risultato del Pd colpisce sia per l’entità che per alcuni elementi di novità. Smentendo tutte le previsioni della vigilia, il segretario del Pd ha raggiunto il 40,8% dei voti validi a livello nazionale distanziando di quasi venti punti il Movimento Cinque Stelle e di altri ventiquattro Forza Italia. Soprattutto, Renzi avvicina al principale partito del centrosinistra italiano segmenti di elettorato da sempre refrattari a considerare l’opzione di voto a favore di questo schieramento.
Uno sguardo al territorio aiuta a comprendere la salienza dei processi in atto. Spicca, nella mappa delle ultime elezioni, l’affermazione del Pd in una regione tradizionalmente restia a premiare la sinistra, quale il Veneto. Il Pd di Renzi ha potuto godere di un «effetto alone» dovuto all’appeal del presidente del Consiglio, ottenendo in questa regione un esito straordinario che mai era stato raggiunto da un partito progressista nel periodo repubblicano. Anche in Veneto il Pd risulta il primo partito con il 37,5% dei voti validi e distanzia nettamente le altre formazioni (M5S 19,9; Lega 15,2; Forza Italia 14,7; Ncd/Udc 3,5). Inoltre, il Pd si afferma quale primo partito in tutte e sette le province venete. Che parte del mondo produttivo veneto fosse disposto ad un’apertura di credito nei confronti di Renzi lo si era già potuto intuire dai risultati di un sondaggio curato da Natascia Porcellato e Demetra Opinioni.net per la Confartigianato Imprese Veneto e pubblicato ai primi di maggio: Renzi risultava di gran lunga l’esponente politico nazionale più degno di fiducia (per il 59%; rispetto al 31% di Salvini, al 27 di Berlusconi, al 24 di Grillo e al 21 di Alfano). Mentre, rispetto all’anno precedente, Grillo perdeva 9 punti percentuali, Alfano 8, Berlusconi 4. Sotto la guida di Renzi, il Pd era indicato quale partito preferito dal 34% del campione, davanti al 18 del M5S, di Forza Italia e della Lega (al 9% di incerti e al 25% di astenuti). Risulterebbe fuorviante pensare ad una conversione «a sinistra» delle imprese artigiane o del Veneto in generale. Infatti, il 43% del campione si ritiene «esterno» alla collocazione destra/sinistra (il 9% di centrosinistra e solo il 4 di sinistra, il 6% di centro, il 22 di centrodestra, il 16 di destra), segno anch’esso di una difficoltà a collocarsi entro le categorie tradizionali della rappresentanza politica moderna.
Allo stesso modo, ritengo suggestivo ma superficiale il giudizio di chi vede nel Pd di Renzi una riedizione della Dc. E questo per due motivi. In primo luogo, perché la Dc poteva godere di un sostegno relativamente stabile nel tempo che derivava dalla possibilità di tradurre e rappresentare nell’arena politica il capitale sociale prodotto nei secoli dalla Chiesa. Tale elemento ha contribuito a stabilizzare per decenni il consenso alla Dc, alimentando in porzioni ampie della società un «voto di appartenenza», che resisteva anche a fronte di risposte carenti da parte della politica. Difficilmente, in futuro, un partito potrà godere della medesima rendita assiologica di cui poteva avvalersi la Dc (e in modo differente il Pci). Infatti, la fiducia espressa oggi al Pd e al suo leader riflette un consenso più instabile, che proviene in parte da ceti produttivi oggi attratti dall’offerta politica di Renzi dopo aver provato altre strade (Lega, Berlusconi, Grillo) ed essere rimasti delusi. Si tratta di un’apertura di credito molto rilevante, ma non è una «cambiale in bianco», come ha prontamente ricordato sulMessaggero di giovedì 29 maggio Andrea Tomat, imprenditore a capo di Lotto e Stonefly, fino a pochi mesi fa al vertice di Confindustria del Veneto. Il Pd e il suo segretario dovranno dimostrare in fretta di essere meritevoli della fiducia, se non vorranno esporre a rapida erosione questo consenso.
In secondo luogo, la spinta propulsiva che proviene da Renzi non mette completamente al riparo il Pd dalle pietre d’inciampo disseminate sul territorio. Questo lo si può vedere nel caso delle discrepanza fra il voto alle europee e quello amministrativo, nel quale le variabili di contesto mantengono un ruolo caratterizzante. Per rimanere in Veneto (ma non mancano esempi nella stessa Italia di mezzo a vocazione «rossa», dove pure il Pd alle Europee di domenica cresce di più rispetto alle politiche del 2013, soprattutto a scapito del M5S), si pensi al caso di Padova. Nella città del Santo il Pd alle Europee, con il 41,4%, supera il dato nazionale, mentre alle amministrative scende al 24,9, scontando le difficoltà di un centrosinistra che ha vissuto in modo lacerante le primarie per la designazione del candidato sindaco e si è presentato diviso al primo turno ed è ora costretto ad un ballottaggio insidioso con un competitor quale il leghista Bitonci. Vicende cosiffatte ci ricordano che un forte leader nazionale è condizione necessaria ma non sufficiente per affermarsi nella contesa politica. Restano fondamentali le scelte fatte sul territorio, la capacità di mantenere nella coalizione gli alleati, l’organizzazione e la coesione del partito. È noto che riguardo a tale questione nel Pd ci siano idee diverse. Potremmo scoprire che sono complementari: il dinamismo del leader, l’organizzazione territoriale, gli esperimenti di partecipazione diffusa che si stanno sviluppando attorno al gruppo di Fabrizio Barca possono convergere per rafforzare il profilo di quello che risulta oggi il primo partito in Italia e la prima forza progressista in Europa”. -
Giu 3, 2014 alle 14:42 #1314
Il caso veneto, come suggerisce Almagisti nella sua riflessione, merita un approfondimento. Alcuni dati utili: secondo gli studi dell’Istituto Cattaneo, «I flussi elettorali in 11 città», su cento voti presi dal Pd a Padova più di quaranta provengono da ex elettori di Scelta Civica (29.9%) e Movimento Cinque Stelle (11,6%).
Vicenza è la provincia in cui il Partito democratico ha guadagnato maggior consensi rispetto al 2013 (+61%) e al 2009 (+90,4%); Verona la terza con +54,8% rispetto al 2013 e +81,8% rispetto al 2009. I dati confermano quindi una disponibilità a verificare, ed eventualmente sostenere, l’attuale proposta di governo. Ad orientare una parte dell’elettorato sembrano essere ancora una volta i ceti produttivi. Decisivi si scrisse già lo scorso anno in occasione dell’affermazione elettorale del Movimento Cinque Stelle in Veneto: grande eco ebbe, infatti, nel febbraio 2013, due settimane prima del voto, l’incontro a Treviso tra Grillo e un centinaio di imprenditori della Marca trevigiana. -
Giu 4, 2014 alle 18:18 #1315
Sabato 31 maggio, la scuola elementare radice di via paravia ha festeggiato un anno di lavoro del gruppo “biblioteca”: durante l’anno scolastico – per due sabati al mese – abbiamo condotto gruppi di lettura incentrati sulla “Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia”. Quindi letture, disegni, musica con canti e balli. E merende.
Nel prato della scuola abbiamo disposto delle grandi buste disegnate da Josè Barrias. Ognuna rappresenta un luogo/edificio/spazio significativo del quartiere. Per ogni sito, cinque domande. Le 6 squadre di 3 ragazzi ciascuna hanno risposto ad una quarantina di domande indovinelli trabocchetti sul quartiere, cercato in giardino le buste e consegnato correttamente le risposte. Le mamme del gruppo Salam hanno aiutato, spiegato bene le regole e guidato le squadre tra le varie “stazioni”. La giuria ha valutato con rapida obiettività i risultati e proclamato la squadra vincitrice. Libri per tutti come premio e grande pranzo cooperativo.
Il gioco è stato anche inchiesta: i ragazzi conoscono il loro quartiere? Come lo percepiscono? Come lo vivono? Ad esempio: nessuno ha indovinato il numero degli alunni della propria scuola (sovrastimato), nessuno ha indovinato il numero di computer disponibili (sottostimato), nessuno ha indovinato la percentuale di stranieri nel quartiere (sottostimata, anche se nella caccia al tesoro di ragazzini italiani ce n’erano solo un paio).
Ma tutti sapevano che il colore della torre di Piazza Selinunte era stato scelto dai bambini del quartiere, in un lavoro di “progettazione partecipata” promosso 2 anni fa dal Laboratorio di Quartiere!foto guia biscàro
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Giu 5, 2014 alle 22:37 #1319
Ciao Michela!
Sì, parlare del crowdfunding è un’ottima idea!
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Giu 9, 2014 alle 11:35 #1332
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Giu 8, 2014 alle 15:42 #1326
“Che effetti ha avuto il nostro progetto?”
“Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo dati? Ne sono emersi altri in corso e, se si, abbiamo raggiunto anche quelli?”
“Siamo sicuri che tali obiettivi siano proprio imputabili al nostro agire?”
Queste sono le domande classiche della valutazione, a cui proveremo a rispondere.
La valutazione spinge i protagonisti di un progetto – nel nostro caso i circoli ed il team nazionale – a rimanere focalizzati sugli obiettivi che si erano prefissati. Questo è molto importante. In qualche modo, decidere di utilizzare i metodi di valutazione equivale ad assumersi un impegno quotidiano. Gli obiettivi diventano in modo molto più chiaro la meta verso cui deve tendere il nostro agire. E’ quindi un atto di grande franchezza che risponde al principio della rendicontazione dei risultati.
La valutazione è un fondamentale strumento di apprendimento.
Se avviata sin dall’inizio di un progetto – come nel nostro caso – induce a definire meglio i propri obiettivi. Così è avvenuto per noi: scrivere i piani di valutazione ci ha spinto a interrogarci su cosa veramente volessimo cambiare, come farlo e chi ne fossero i destinatari (una citta? un municipio? una zona?), aiutandoci a migliorare le strategie ed i piani di azione. Ancora, quando fatta durante il progetto, la valutazione può dare il senso della direzione che sta prendendo il nostro agire e quindi fornire indicazioni utili su come adeguare azioni ed attività durante il percorso.
La valutazione, inoltre, può diventare anche un prezioso strumento di comunicazione. Sapere se gli obiettivi sono stati raggiunti o meno, cercare di misurarne gli effetti ed individuare in modo chiaro il contributo che il progetto ha avuto nella realizzazione degli stessi permetterà, in seguito, una narrazione più efficace ed approfondita di quanto fatto.
In questi mesi sperimenteremo i metodi di valutazione tra i circoli. Cercheremo, qui sulla piattaforma, di creare un dibattito informato sull’importanza della valutazione in generale – piccolo spoiler: in Italia è soltanto raramente praticata, purtroppo – e nei circoli, sugli strumenti che esploreremo e racconteremo esempi di come la valutazione può aiutare i nostri protagonisti.
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Giu 9, 2014 alle 13:01 #1333
Fabrizio Barca ad Avellino!
http://www.ilciriaco.it/attualita/news/?news=42409
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Giu 9, 2014 alle 13:02 #1334
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Giu 10, 2014 alle 23:39 #1341
Il PDR e Il PDC.
Complimenti e auguri di buon lavoro a Samuele Lippi, nuovo sindaco di Cecina, e alla giunta che tra breve formerà.
Il mio auspicio e’ che quest’ ultima possa essere all’altezza, per competenza e serietà, dei problemi che una cittadina come Cecina ha.Detto questo, sotto il profilo politico, personalmente ritengo che l’esito delle elezione europee e amministrative ci ha consegnato un PD a Cecina a doppia velocità.
Da una parte, per dirla come Ilvo Diamanti, un PDR (PD di Renzi) che alle europee ha preso il 52% dei voti, dall’altra un PDC (PD di Cecina) che si è fermato al 38% con Lippi vincitore al 2o turno di 400 voti.
Nello stesso momento in cui un elettore/elettrice sceglieva il PD alle europee, lo stesso elettore/ elettrice non votava il nostro partito alle amministrative.Un fenomeno di cui, mi pare, non si è ben compresa la portata e frutto di una contraddizione.
Una contraddizione evidente tra il livello nazionale percepito dai cittadini, comunque la si pensi
grazie all’azione di Renzi nel Governo e nel Partito, come dinamico, propulsivo, teso a soddisfare concretamene la domanda di futuro dei cittadini e il livello locale dove, nella migliore delle ipotesi, quegli stessi elettori che hanno votato in massa il PD alle europee, sentono, come ho riscontrato durante le primarie, il partito chiuso, autoreferenziale, con la testa girata all’indietro. Insomma tutto il contrario dell’ondata di rinnovamento e cambiamento proveniente da Roma.
Sanare questa contraddizione e’ possibile.Ma occorre farlo da subito con tanta umiltà, con la consapevolezza degli errori fatti, con un cambio di passo radicale e profondo e una classe dirigente rinnovata all’altezza dell’aspettativa di futuro e dei bisogni dei cittadini.
Altrimenti mentre a Roma e in altre parti d’Italia il PD viaggia alla velocità della luce dimostrando tutta la sua forza, spinto dalla voglia di cambiamento di una intera generazione noi qui, a Cecina, come e’ già successo a Livorno, rimarremo al palo al prossimo giro di giostra. -
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