I “convincimenti” di un partito di sinistra vengono raggruppati in 15 proposizioni, raccolte attorno a quattro pilastri.
Primo pilastro. Eguaglianza, pace, cultura e avanzamento sociale. L’eguaglianza delle opportunità della persona, la sua libertà sostanziale di mirare agli obiettivi che considera di valore nelle molteplici dimensioni della propria vita, è compito primario della politica. Va perseguita attraverso l’azione pubblica di produzione di beni collettivi, la costruzione di una piena cittadinanza europea fondata sull’integrazione politica e di bilancio dell’UE, l’azione internazionale per la pace e la giustizia, la promozione della cultura come essenziale sfida umana, la sollecitazione di un continuo avanzamento sociale incentrato sulla diffusione della conoscenza e la promozione di nuovi bisogni, che indirizzino anche il mercato.
- Compito primario della politica è promuovere una società democratica giusta dove gli individui, indipendentemente dalle condizioni “di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (Cost. art 3), abbiano la libertà sostanziale di perseguire gli obiettivi ai quali danno valore nelle molteplici dimensioni della vita: dalla dignità sociale all’impegno per il bene comune, dal benessere fisico a quello intellettivo, dal lavoro alla relazione con gli altri e con la natura. A questo obiettivo deve essere sospinta l’azione dello Stato, rimuovendo attraverso la produzione di beni collettivi “gli ostacoli di ordine economico e sociale”, frutto di un meccanismo sociale, non di uno stato di natura, “che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale” (Cost. art 3).
- Le “limitazioni di sovranità” connesse al progresso del progetto di Unione Europea sono possibili (Cost. art. 11) se hanno luogo “in condizioni di parità con gli altri Stati” e consentono di assicurare “la pace e la giustizia”: tali requisiti vanno assolutamente garantiti, e le limitazioni possono accrescersi a misura (e nei limiti) della crescita dei diritti (e doveri) che l’Unione Europea garantisce ai cittadini italiani e di ogni Stato membro in quanto cittadini europei. In considerazione delle limitazioni di sovranità già intervenute, l’aumento di questi diritti attraverso l’accelerazione dell’integrazione politica e di bilancio e l’accresciuta legittimità democratica delle istituzioni europee è questione di assoluta urgenza.
- Il coerente ripudio della guerra “come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (Cost. art. 11) e l’estensione oltre i confini nazionali dei doveri di solidarietà richiedono un impegno dello Stato, in un rapporto rafforzato con gli altri Stati membri dell’Unione Europea, per anticipare tensioni e fonti di conflitto, per scongiurare disegni geo-politici e militari costruiti su disinformazione e per sviluppare interventi di cooperazione internazionale efficaci e valutati in modo aperto.
- La tutela del “patrimonio storico e artistico della Nazione” e la promozione della cultura previste dalla Costituzione (art.9) vanno intese nel senso che una delle principali sfide di vita delle generazioni correnti è quella di raccogliere i valori culturali prodotti dalle precedenti generazioni, arricchirli con gli apporti di altre culture, interpretarli, goderne, innovarli e quindi trasmetterli alle generazioni successive in modo fruibile e stimolante. E’ compito dello Stato creare le condizioni perché tutti possano percepire e partecipare a questa sfida.
- La frontiera dell’inclusione sociale e della socialità vanno spinte continuamente in avanti, sviluppando una visione di lungo periodo della società che, interpretando le innovazioni tecnologiche, organizzative e di comportamento sociale che continuamente si determinano e diffondendo la conoscenza, configurino possibili assetti della società più giusti, sostenibili e augurabili per le generazioni future e promuovano nuovi bisogni anche rivolti al mercato. Questa visione opera da sprone per il conseguimento degli obiettivi di breve e medio termine dell’azione pubblica.
Secondo pilastro. Lavoro, concorrenza e regolazione per riequilibrare la gerarchia sociale e innovare.Le separazioni fondamentali del capitalismo, fra capitale e lavoro e fra risparmio e controllo del capitale, fonti della sua peculiare capacità innovativa e di conflitto, richiedono un nuovo presidio, le soluzioni dell’ultimo trentennio essendo responsabili della crisi in atto. Tutela e centralità del lavoro (anche nel partito), istruzione e promozione della ricerca, tutela della concorrenza, regolazione nazionale, europea e internazionale della finanza, azione pubblica per contrastare il ciclo economico, per la piena occupazione e per destabilizzare equilibri locali di rendita e sottosviluppo sono necessari per produrre innovazione diffusa, promuovere lo “sviluppo armonico” e rimescolare di continuo la gerarchia sociale, condizione di eguaglianza.
- Le separazioni fondamentali del capitalismo, fra capitale e lavoro e fra risparmio e controllo del capitale (acquisito grazie a quel risparmio), sono fonte sia della sua straordinaria capacità innovativa sia di conflitto, per l’immanente divario di potere a sfavore del lavoro e per l’altrettanto immanente divergenza di interessi fra risparmiatori e capitalisti . Queste separazioni si presentano oggi in forme nuove e male presidiate: per l’accresciuto peso di un capitale immateriale fortemente tutelato, per la concorrenza globale del lavoro e dei capitali, per l’indebolimento e l’insufficienza dei sistemi discrezionali di regolazione. In Italia, la questione ha caratteristiche di emergenza con riguardo al lavoro precario e al sistema delle imprese minori. Muovendo dai principi costituzionali della tutela e centralità del lavoro e della ricerca, nuovi presidi vanno costruiti per le due separazioni, anche attraverso un forte impegno in Europa.
- Lo Stato deve impegnarsi a promuovere e produrre i beni pubblici che sono necessari al funzionamento del mercato (oltre alla salvaguardia della proprietà, una giustizia efficiente e la tutela della concorrenza, tanto più forte quanto maggiori sono gli ostacoli all’entrata) e tutti quei beni per i quali il controllo privato delle risorse è insufficiente o relativamente inefficiente. Appropriate politiche devono promuovere la piena occupazione del lavoro, il contrasto delle fluttuazioni economiche, “criteri di progressività” nel sistema tributario (Cost. art.53) e l’efficacia dell’amministrazione pubblica (per prevenire derive oligarchiche).
- L’esistenza in determinati luoghi di trappole del sottosviluppo, con una persistente sottoutilizzazione delle risorse umane e materiali e la negazione di condizioni di pari opportunità, in genere dovuta alla consapevole scelta delle classi dirigenti locali di privilegiare interessi distributivi rispetto a interessi generali, va contrastata destabilizzando gli equilibri economici e sociali di quei luoghi e promuovendo concorrenza e innovazione.
Terzo pilastro. Libertà delle persone nella relazione con gli altri e con l’ecosistema. Ruolo delle donne, apertura ai temi di genere, consapevolezza dell’ecosistema, nuove opzioni tecnologiche, rischi di manipolazione mercantile di tali opzioni sfidano pratiche e convincimenti sedimentati e richiedono soluzioni nuove nel conciliare libertà personale e relazione con gli altri, invitano a cercarle attraverso un confronto (nella società e nel partito) che riconosca pluralismo, posizioni minoritarie e provvisorietà delle sintesi, rendono già possibili alcune importanti convergenze (su parità dei diritti di ogni coppia e anticipazione delle proprie volontà di cura/non-cura) e dischiudono nuovi beni comuni (nelle interrelazioni dell’ecosistema) da governare con azioni pubbliche o collettive a carattere innovativo.
- L’obiettivo di conciliare autonomia e libertà delle persone con la responsabilità nella relazione con gli altri deve oggi attuarsi in presenza di nuovi fattori: i dilemmi aperti dalla tecnologia medica per la realizzazione dei principi costituzionali di libertà e dignità; la consapevolezza culturale che le relazioni sociali sono interne all’ecosistema; l’accresciuta interrelazione fra culture e la necessità di un loro reciproco riconoscimento; i rischi di assoggettamento e manipolazione dei diritti umani da parte di interessi economici. E’ quindi necessario che le scelte in questi campi siano compiute (nella società e nel partito) attraverso un confronto pubblico, informato, acceso, imparziale e aperto che riconosca pluralismo e provvisorietà delle sintesi, e valorizzi le molteplici identità di ogni persona.
- La possibilità che tale confronto conduca ad accordi è esemplificata dalla conclusione che, in attuazione del principio di libertà da “interferenze arbitrarie nella vita privata” (Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, artr.12), ci si deve astenere da cure non liberamente e consapevolmente accettate e che ogni persona deve poter esprimere anticipatamente la propria volontà per le situazioni in cui potrebbe essere non più in grado di esprimerla e avere l’ultima parola su ogni trattamento che la riguarda.
- Nel riconoscimento e rispetto congiunto delle singolarità di ogni persona, delle differenze di genere e di una “pari dignità sociale” di tutte le persone, è evidente che nell’impegno per i diritti delle donne risiede uno dei principali fattori di avanzamento della società contemporanea, che va pienamente promosso, e che la parità dei diritti e doveri fra coppie eterosessuali e omosessuali rappresenta un obiettivo storicamente maturo.
- La “scoperta” della natura come ecosistema e la consapevolezza che le relazioni sociali fra le persone sono interne alla natura, ossia a un insieme di fenomeni fisici fra loro interrelati (acqua, catena alimentare, biodiversità, etc.) e al rapporto con altre specie, rende palesi altre interdipendenze e nuovi “beni comuni” che invitano a ridisegnare gli spazi dell’autonomia personale, l’azione pubblica e le organizzazioni collettive.
Quarto pilastro. Partecipazione come fine in sé e fonte di conoscenza. La partecipazione alle decisioni pubbliche (e all’agenda delle priorità) da parte di chi le attua e di chi ne beneficia, attraverso un processo di valutazione pubblica informata, imparziale, accesa e aperta, è al tempo stesso parte essenziale della qualità della vita che quelle decisioni influenzano, e dunque di eguaglianza, e fonte primaria di conoscenza per assumere tali decisioni e per dare loro concreta ed efficace attuazione. E’ compito primario del partito promuovere questa partecipazione all’interno dello Stato e del partito stesso con impegno formativo, metodi innovativi e usi intelligenti della Rete, ispirandosi alle più avanzate esperienze europee.
- Mettere le persone nella condizione di partecipare e di voler partecipare (libertà sostanziale) alle decisioni pubbliche che riguardano la qualità della loro vita è parte essenziale della qualità della loro vita.
- L’azione pubblica dello Stato è limitata, oltre che dal rischio di cattura da parte di interessi particolari e dalla tensione che spesso esiste fra diversi principi, da un deficit cognitivo, dal momento che la conoscenza necessaria è dispersa fra una moltitudine di soggetti. La qualità e il grado di giustizia dell’azione pubblica vanno perseguite promuovendo la partecipazione dei produttori e beneficiari di quell’azione attraverso un metodo di “sperimentalismo democratico” che, fissando indirizzi consapevolmente incompleti, presidi poi l’attuazione con un processo ricorsivo e partecipato di valutazione pubblica informata, accesa, imparziale e aperta che attivi apprendimento collettivo. È compito del partito promuovere e animare questo metodo, sia incalzando lo Stato, sia selezionando classe dirigente che sia capace di governarlo.
- Il partito, frutto di libera associazione “per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” (Cost. art. 49), è il luogo per la valutazione pubblica informata, accesa, imparziale e aperta, necessaria a spronare lo Stato affinché individui e produca i beni pubblici necessari a dare corpo a tutti gli altri convincimenti e lo faccia secondo il metodo dello sperimentalismo democratico. Il partito deve assicurare con strumenti cogenti la “disciplina e onore” (Cost. art 54) dei propri eletti e dei propri dirigenti, la selezione di questi per merito e capacità, e la loro condivisione delle condizioni comuni di vita dei cittadini che rappresentano.
Su queste basi il partito nuovo può maturare una valutazione sullo stato della società, a livello globale, nazionale ed europeo. E soprattutto può sviluppare e continuamente aggiornare, proprio sulla base degli esiti e delle idee che maturano nell’esercizio della mobilitazione cognitiva, una visione dell’Italia che sarebbe auspicabile per i nostri pronipoti.
Tratto dal libro “La Traversata” di Fabrizio Barca, © Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano.
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